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Finalmente ci siamo. Le tanto attese vacanze estive con i bambini sono ormai arrivate: mare, montagna o dovunque il nostro viaggio ci conduca, è tempo di fare le valigie e prepararci al più bel periodo dell’ anno. Ma anche se siamo esperti viaggiatori, quando partiamo con un neonato o comunque con i bambini ci sono tante domande che riguardano la loro salute alle quali spesso non riusciamo a dare delle risposte esatte.

Per toglierci ogni dubbio abbiamo chiesto la collaborazione di “UPPA, Un Pediatra Per Amico“, la rivista per i genitori scritta e diffusa dai pediatri di famiglia (che trovate negli ambulatori dei pediatri convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale). Le risposte alle nostre domande sono a cura del dott. Nicola D’Andrea, pediatra ed ex primario.

In vacanza con i bambini: il pediatra risponde

1. Iniziamo con le vacanze al mare. Bisogna preparare la pelle del bambino ancora prima di partire per le vacanze?

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No, non c’è necessità di preparare la pelle del bambino prima ancora di partire per le vacanze, è necessario però proteggerla una volta che siamo giunti al mare.

2. Ormai i genitori sanno che non bisogna portare i bambini al mare nelle ore piú calde, ma riguardo all’età: a quanti mesi si può portare in spiaggia un neonato e quali sono le accortezze da prendere?

I lattanti al di sotto dei sei mesi non debbono essere tenuti sotto la luce diretta del sole. Poiché essi non si possono muovere e non possono quindi sottrarsi alla luce e al caldo eccessivo, è bene che rimangano protetti, ad esempio, sotto gli alberi della pineta, sotto un ombrellone o in un passeggino con coprisole, sebbene questi accorgimenti possano ridurre l’irradiazione solo del 50%. Inoltre, la maggior parte dei lattanti ha una sudorazione insufficiente, per cui l’esposizione diretta al sole o anche l’eccessiva esposizione, pur “protetta”, li predispone al colpo di calore.

Le ustioni solari sono d’altra parte di facile insorgenza, perché la cute del lattante contiene meno melanina rispetto a ogni altra età della vita. L’uso delle creme solari al di sotto dei sei mesi rimane controverso, perché la cute umana di un lattante di questa età può avere differenti caratteristiche di assorbimento; d’altra parte i sistemi biologici che metabolizzano i farmaci non sono ancora pienamente sviluppati nei bambini al di sotto dei sei mesi.

3. Riguardo alla crema solare, quale protezione dobbiamo usare? Si può passare a una protezione più leggera man mano che il bambino si abbronza?

Prima della crema solare esistono altri tipi di protezione contro i raggi ultravioletti che dovremmo sempre tenere in mente:

  • evitare l’eccessiva esposizione (dalle 10 del mattino alle 16 del pomeriggio, secondo l’ora solare),
  • coprire la cute esposta con vestitini,
  • considerare le condizioni meteorologiche (ad esempio la presenza di nuvole e vento aumenta il rischio di scottature perché attenua la percezione del calore).

Con queste, l’uso della crema solare con fattore di protezione 30 è un importante mezzo per prevenire lo sviluppo del cancro della pelle.

Per vedere come la popolazione segua questi consigli è stata condotta una ricerca in Florida fra i genitori di bambini da 1 a 16 anni. Meno della metà delle persone interrogate (43%) ha risposto di proteggere contro i raggi solari i loro bambini, ma questa protezione consiste essenzialmente nell’uso di creme protettive piuttosto che nell’evitare le ore di massima insolazione o nell’usare vestiti per proteggere la cute. Spesso l’uso delle creme protettive ha addirittura aumentato le ore di esposizione al sole, per un falso senso di sicurezza. Detto questo, una crema solare con fattore di protezione solare 30 blocca circa il 97% di raggi ultravioletti di tipo B e A, ed è quindi altamente consigliata per la pelle dei bambini. È buona prassi continuare a usare lo stesso tipo di protezione per tutta la durata dell’esposizione al sole, anche man mano che il bambino si abbronza.

4. In spiaggia si vedono spesso bambini che indossano una bandana invece del cappellino con visiera. Basta proteggere la testa in questo modo?

Non abbiamo dati e studi a sufficienza che dimostrino che la bandana, rispetto al cappellino, influisca negativamente o abbassi il livello di protezione dai raggi ultravioletti, per cui non è possibile rispondere a questa domanda basandosi su dati certi.

5. Quando il bambino ha sete, cosa consiglia di dargli da bere, tenendo anche conto che i bambini non sempre gradiscono solo l’acqua, ma vogliono ghiaccioli o bibite gassate?

È bene che il bambino beva come sempre: evitando però, e non solo in vacanza, le bevande gassate. Anche i succhi di frutta hanno un contenuto molto alto di zuccheri liberi, e per questo andrebbero evitati. Per farla breve, i bambini dovrebbero bere solo acqua.

6. Facciamo chiarezza sulle punture di meduse o del pesce-ragno. Quali sono i rimedi davvero validi?

Per le meduse è utile bagnare la sede della puntura con acqua calda a 42°- 43°C (allevia un po’ il dolore e impedisce il propagarsi del veleno); alcuni studi danno parere favorevole all’utilizzo di bicarbonato di sodio (sciolto in poca acqua e applicato come “pappetta”) e all’uso di crema/spray apposite da acquistare in farmacia. Di dubbia efficacia risulta l’applicazione dell’aceto e dell’urina (che contiene ammoniaca).

Per quanto riguarda invece il pesce-ragno, la comune tracina, per i sintomi locali si possono usare le stesse indicazioni valide per le meduse. I sintomi della puntura del pesce-ragno si verificano sul sito stesso, ma possono insorgere sintomi sistemici (più spesso legati a sovrainfezione) come febbre, brividi, convulsioni, svenimenti (sincope), nausea, bassa pressione sanguigna, aritmia cardiaca (battiti cardiaci irregolari o in più), mal di testa, sudorazione e difficoltà a respirare. Le spine raramente si spezzano nella ferita; tuttavia, se dovesse succedere, dovrebbero essere attentamente rimosse da un professionista, per assicurare che nessun frammento rimanga nel tessuto, per evitare il rischio di infezione. Il sito della ferita deve essere lasciato aperto e non deve essere coperto con nastro o suturato (punti) per consentirne il drenaggio.

L’uso di antibiotici è controverso, tuttavia a causa della possibilità di infezione che si verifica per punture multiple o particolarmente profonde, si può prevedere una profilassi antibiotica, sempre su prescrizione medica, evitando il fai da te.

7. Vale sempre la regola di fare il bagno almeno due ore dopo aver mangiato? Anche se si fa una colazione leggera?

Sebbene sia la frase che genitori e nonni hanno sempre ripetuto e, probabilmente, continueranno a ripetere, non esiste alcuna evidenza scientifica che dimostri che è necessario attendere per fare il bagno dopo aver mangiato. Su UPPA ne abbiamo parlato qui . Quindi no, la regola non vale e i bambini possono fare il bagno anche immediatamente dopo il pranzo o la merenda.

8. Veniamo ora ai consigli sulle vacanze in montagna. Da quale età si possono portare i bambini in montagna e qual è l’altitudine ideale?

Il rischio del mal di montagna è presente ad altitudini superiori ai 2500 m, in particolare se si dorme a queste altezze; il rischio aumenta nel caso di condizioni mediche preesistenti. Può essere più difficile rilevare i sintomi nei bambini al di sotto dei tre anni e soprattutto nei lattanti. Per la prevenzione di queste manifestazioni è necessario che la salita sia lenta e graduale, per dare tempo all’acclimatazione: viene in generale raccomandato un periodo di un giorno ogni 1000 m; sopra i 2500 m il periodo di acclimatazione deve essere di un giorno ogni 300 m di altezza. Non è necessario somministrare alcun farmaco per favorire l’acclimatazione.

Il bambino, anche di pochi mesi, non presenta problemi fino a 1500-2000 m di altezza, ma per altezze superiori sono necessari alcuni giorni di acclimatazione. Non è consigliabile superare i 2500 m per i bambini nel primo anno di vita o per bambini che abbiamo sofferto o che soffrano ancora di malattie polmonari o cardiocircolatorie.

9. Cosa possiamo fare se vediamo che al bambino fa male l’altitudine senza dover però interrompere la vacanza?

Nel mal di montagna lieve è necessario fermarsi e magari scendere ad altitudini inferiori, finché i sintomi non cessano.

10. Tenendo conto che in vacanza non riusciamo a portare tutti i medicinali che abbiamo in casa, quali sono secondo lei quelli da mettere in valigia?

Se non si soffre di disturbi cronici, per cui non si ha bisogno di prendere farmaci regolarmente, non credo che in casa debba esserci una “farmacia” e la vacanza non dovrebbe interrompere le buone abitudini! Se la vacanza si svolge in zone non eccessivamente isolate o in paesi in via di sviluppo non occorre mettere in valigia alcun farmaco.

11. Secondo lei quali sono i pro e contro per le vacanze al mare e per quelle in montagna?

I pro e i contro sono gli stessi del periodo non vacanziero: i genitori, i fratelli, l’ambiente. Il bambino, in vacanza, sta bene dove la famiglia si gode il meritato riposo in modo sereno. In pianura, in montagna, in campagna e al mare.


Le indicazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e il lettore. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.