Santhià, terra di risaie e bellezza ancestrale, oltre a essere uno dei borghi più graziosi del Piemonte è famosa anche per il suo carnevale,  le sue maschere e i suoi carri che sfilano lungo le strade. Santhià inoltre vanta il Carnevale più antico del Piemonte!

Vi sono documenti rinvenuti presso l’archivio comunale attestano già nel lontano 1318 la presenza a Santhià dell’Abbadia, una sorta di associazione giovanile laica che si occupava di organizzare balli e festeggiamenti carnevaleschi.

Il rituale di preparazione prevede l’apertura del carnevale il 6 di gennaio, da questa data, per ogni sabato e domenica, si terranno le cosiddette “pule”, questue per le vie cittadine e i cascinali dei dintorni e le conseguenti “congreghe” serali, caratteristiche aste al contrario in cui vengono battuti all’asta i beni raccolti durante la pula stessa.

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I momenti più intensi di Carnevale si vivono nei tre giorni finali di festeggiamenti:

  • la domenica ed il martedì pomeriggio ed il lunedì in sfavillante notturna sfilano spettacolari carri allegorici e gruppi in mascherata.
  • il lunedì inoltre, a mezzogiorno esatto viene servita la più grande fagiolata d’Italia, con più di 20.000 razioni di fagioli, pane vino e salami.

La fagiuolata di Carnevale

Ogni anno la mattina del lunedì di Carnevale, nella piazza del mercato, si accendono i fuochi  per le 20.000 razioni di fagioli che verranno distribuite gratuitamente.

Chi non vive almeno una volta la Fagiuolata non può comprendere pienamente cosa sia il Carnevale di Santhià: alle 5 del mattino i componenti del corpo Pifferi e Tamburi, attori del carnevale, provvedono alla sveglia delle autorità carnevalesche addette alla erezione delle monumentali cucine da campo e all’accensione dei fuochi a legna per la cottura della succulenta specialità, con la collaborazione di 50 tra fuochisti e aiutanti.

Alle 12 in punto gli attendenti e il comandante di piazza, al segno di un doppio sparo di fucile, iniziano la distribuzione del pane e del salame. Quindi ha inizio la “Fagiuolata” vera e propria, la più grande d’Italia. 

Martedì Grasso

Martedì Grasso alla sera il Carnevale si chiude con il “Rogo del Babàciu”, un pupazzo che viene appeso su una pira e poi bruciato, in piazza Maggiore. Tutta la popolazione assiste all’accensione del rogo che segna la fine del Carvè, fra il suono delle campane a lutto e le note di una marcia funebre, che si tramuta dopo poche note in una “monferrina” sfrenata, un ballo che dà spazio all’allegria.

Informazioni: Carnevale di Santhià