Nel nostro viaggio nella Sicilia Occidentale , una delle tappe che ci hanno colpito maggiormente sono state le Saline di Trapani e Paceco, tra le più antiche d’ Europa.
Visitare le Saline, prima ancora di essere un percorso reale è un viaggio emotivo, perchè il vento, i colori, il silenzio e l’odore del mare ci riporta alle origini, alle nostre vite primitive prima della tecnologia e del lavoro automatizzato.
L’”oro bianco” veniva già estratto qui durante il periodo fenicio e ancora oggi il sale marino si estrae con le stesse tecniche e con lo stesso lavoro di migliaia di anni fa.
La produzione di sale a Trapani va da aprile a fine settembre, in quanto le condizioni climatiche non consentono di estrarre il resto dell’anno per mancanza di evaporazione.
In primavera i bacini si riempiono d’acqua e con i potenti venti africani e il forte sole estivo, si prosciugano lentamente e formano rocce che si frantumano in cristalli sottili. I salinari lo raccolgono dalle vasche di cristallizzazione e lo depositano sugli argini per l’ essiccazione. Il sale viene ammassato in enormi montagne, che nei mesi piovosi vengono ricoperte con tegole o mattoni di argilla.
In inverno i bacini vengono puliti e sigillati con i fanghi che nel frattempo sono stati raccolti. Poi in primavera le saline vengono nuovamente allagate e il ciclo ricomincia.
Nel pieno dell’estate, il sale stesso si mette in mostra, cambiando colore mentre si asciuga al sole: prima blu, poi rosso, poi giallo e infine bianco. Questo processo naturale è dovuto ai batteri che sono presenti in diverse fasi, fino a quando le condizioni diventano troppo dure (anche per i batteri) e tutti muoiono lasciando solo rocce di sale bianco puro.
Nella salina è anche presente il Museo del Sale e durante la visita abbiamo imparato molto sulla storia e sulle tradizioni della produzione del sale in questa zona. Si può vedere esattamente come viene prodotto il sale, dal momento in cui l’acqua di mare viene pompata attraverso un ingegnoso sistema di tubi nelle saline, fino alla raccolta. Molti degli strumenti utilizzati oggi sono esattamente gli stessi di secoli fa.
Ai bambini piacerà soprattutto salire sul tetto del museo, dove si trova anche uno dei diversi mulini presenti nelle saline, e da lì abbracciare con lo sguardo tutta l’ area.
L’uso dei mulini a vento fu introdotto dai Fenici, che si insediarono nella zona intorno all’800 a.C., anche se queste particolari saline risalgono “solo” al 1488, quando furono costruite per ordine del re di Spagna.Le saline, come in tutto il mondo, sono un paradiso per gli uccelli e un punto di sosta i per fenicotteri sulle loro rotte migratorie da e verso l’Africa, attirati dai gustosi piccoli crostacei che vivono nelle acque poco profonde delle saline. Purtroppo non abbiamo avuto la fortuna di incontrarli, ma la bellezza del luogo con i mulini che punteggiano l’ orizzonte e che sembrano disegnati dalla mano di un bambino, sono uno di quei panorami che rimangono impressi nella memoria.
Le saline ricadono in quella che ora è la Riserva Naturale delle Saline di Trapani e Paceco che è stata istituita nel 1995 e affidata in gestione al WWF Italia.
Saline di Trapani, come arrivare
Le saline si trovano tra Trapani e Marsala. Per raggiungerle da Trapani basta immettersi lungo la strada provinciale SP21 e seguendo la segnaletica le troverete alla vostra destra. Per maggiori informazioni visitare il sito web